Poiché esiste una stretta correlazione tra nutrizione materna e sviluppo embrionale risulta indispensabile il controllo della nutrizione in gravidanza per garantire non solo un corretto sviluppo, ma anche la buona salute dell’individuo per tutto il resto della vita.
Innanzitutto non è vero che bisogna mangiare per due. Se si mette troppo peso già nel primo trimestre aumenta la probabilità che il bambino nasca in sovrappeso. È invece necessario aumentare il peso nel secondo e terzo trimestre. Non esiste un aumento di peso ideale nella gravidanza, ma dipende dalla madre. Per esempio se la madre fosse obesa non bisognerebbe superare i 6 kg. In caso contrario, se la madre fosse sottopeso andrebbero bene anche 18 kg. I consigli sull’aumento del peso vengono tarati sul BMI (Body Mass Index) e basandosi sulla composizione corporea della madre.
Perché è meglio programmare la gravidanza? Durante la discesa verso l’utero lo zigote (l’uovo fecondato) si trova immerso nel liquido delle tube uterine, il quale ha la stessa composizione del plasma sanguigno. Quindi se la madre avesse un’iperglicemia nel sangue, questa situazione si troverebbe anche nel liquido delle tube. Ma in questo liquido ci possono essere anche inquinanti, alcol, pesticidi, carenze ed eccessi di vari nutrienti. Dagli anni ‘90 si è vista una correlazione diretta tra la discesa in tube e alcune alterazioni dello sviluppo (malformazioni congenite, ritardi di sviluppo cognitivo e alterazione della salute da adulto). Ecco perché è importante programmare la gravidanza per riuscire a gestire la fase pre-impianto (passano circa 4-7 giorni dalla fecondazione alla discesa in utero) che sfuggirebbe al controllo portando a conseguenze spiacevoli.
I nutrienti rappresentano il materiale di costruzione in tutte le fasi embrionali, ma ricordiamoci che sono anche un segnale per lo sviluppo. Ci sono alcune molecole che vengono utilizzate come segnale per lo sviluppo, ovvero morfogeni che controllano la differenziazione dell’embrione.
Un esempio di morfogeno che si introduce con l’alimentazione è la Vitamina A. L’acido retinoico che viene prodotto a partire dalla vitamina A ed è la principale molecola segnale per lo sviluppo embrionale nella determinazione degli arti del corpo e degli organi; stabilisce l’asse antero-posteriore dell’embrione. Il precursore vegetale è il beta-carotene. Una produzione esagerata di acido retinoico può provocare delle malformazioni. Non bisogna mai supplementare con vitamina A in gravidanza. Sia una carenza che un eccesso sono causa di malformazioni. L’assunzione di alcol e pesticidi in concomitanza con vitamina A aumentano gli effetti negativi. Il range consigliato di vitamina A è l’assunzione globale di 5000-10000 UI (Unità Internazionali), dose garantita in un regime dietetico variato come la dieta mediterranea.
Si è visto che la supplementazione esagerata anche con altre vitamine porta a casi di malformazioni. Si consiglia un’adeguata dieta per avere un giusto apporto di micronutrienti e quindi di vitamine e minerali.
L’acido folico (vit. B9) invece, attraverso meccanismi epigenetici protegge dall’insorgenza di alcune patologie che riguardano il tubo neurale, spina bifida. Risulta un problema quando si va in carenza di questa vitamina in quanto provoca difetti del tubo neurale. Se si segue una corretta e bilanciata dieta basandosi sullo stile mediterraneo non ci dovrebbero essere problemi di carenze. Le vitamine assunte attraverso una corretta alimentazione si trovano in un dosaggio adeguato a differenza delle vitamine purificate che si prendono attraverso la supplementazione. A volte integrare con dosaggi troppi alti di vitamine può provocare danni all’embrione e malformazioni. Ricordiamoci che il nostro organismo è tarato per assorbire alimenti naturali. Gli alimenti purificati invece hanno cinetiche di assorbimento completamente differenti.
La supplementazione con acido folico è consigliato prima della gravidanza: si consiglia almeno 1 mese prima l’integrazione con acido folico 400 microgrammi/giorno. L’acido folico è fondamentale nella prevenzione dei difetti del tubo neurale.
Un’adeguata educazione alimentare abbassa l’incidenza di queste malformazioni. I folati sono presenti in tutta la verdura a foglia verde, frutta e semi. Il problema principale oggi è che gli alimenti sono stati impoveriti di nutrienti dalle industrie alimentari.
Tutte le fasi dello sviluppo dell’embrione sono sensibili all’alimentazione. Il bambino tara il proprio metabolismo sulla base dei nutrienti che arrivano attraverso l’alimentazione materna. Quello che arriva attraverso la placenta rispecchia quello che c’è in circolo materno ed è alla base della programmazione del metabolismo del nascituro.
L’obesità della madre è associata a uno scompenso metabolico per la gestione di glucosio. Nel soggetto obeso c’è una continua condizione di iperinsulinemia causata dalla resistenza all’insulina, alterati livelli di lipidi (dislipidemie generale), ipertensione e infiammazione. Nella circolazione materna si trovano molecole infiammatorie in circolazione che possono raggiungere il feto. L’ ipertensione è una condizione che mette a rischio in gravidanza. Nella madre questi fattori danno origine a patologie come la gestosi (incapacità di controllo dei liquidi) e diabete gravidico. I soggetti obesi essendo più propensi a sviluppare diabete 2 sono più soggetti ad avere anche diabete gravidico che si risolve a volte in aborti spontanei, parti pretermine e complicazioni al parto (parto cesareo per le complicanze). Oltre alle complicanze legate alla gravidanza si è visto che i figli nati da madri obese saranno più propensi a sviluppare malattie metaboliche in età adulta come diabete di tipo 2 e sindrome metabolica.
Madre con diabete di tipo 2: la placenta non è dipendente dall’insulina, quindi assorbe glucosio a prescindere dalla produzione dell’insulina. In presenza di iperglicemia abbiamo quindi una placenta che lavora molto nell’assorbimento del glucosio. In questo caso bisogna assumere alimenti che permettono di mantenere stabile la glicemia dopo i pasti.
Diversi studi dimostrano che i figli di madri che presentano il diabete gestazionale saranno predisposti a sviluppare il diabete di tipo 2 in età adulta. Al momento della nascita il feto è abituato ad avere un tasso di glicemia così alto che avrà un livello di insulina basale molto alto. Alla nascita possono verificarsi dei casi di shock. Quando nascono questi bambini si misura subito la glicemia e si prevede a dare una dose di glucosata x disintossicare dalle alte dosi di insulina.
Attenzione all’utilizzo di tisane o prodotti dell’erboristeria che rilassano la muscolatura liscia. Potrebbero avere effetti anche sulla muscolatura uterina, provocando contrazione uterina e parti pretermine. Attenzione! Non tutto ciò che è naturale non fa male. Consultatevi sempre con il vostro medico prima di prendere decisioni.
Il consumo di alcol durante la gravidanza: sono stati documentati effetti come aborto spontaneo, morte pre e peri-natale, fragilità del neonato, sindrome fetale alcolica detta FAS che mostra delle caratteristiche malformazione congenite e FAE (fetal alcol effects)! Questi bambini non si notano molto per la morfologia esterna ma hanno un ritardo di sviluppo generalizzato e hanno delle caratteristiche facciali particolari: taglio degli occhi particolare, nasino alla francese con una fossettina in alto, il naso piccolino nella parte apicale, testa a pera.
Consumo di alcol nel padre: si è osservato che negli spermatozoi dei padri che assumono alcol c’è un alterato controllo epigenetico. Il pronucleo maschile risulta ipometilato e cioè il DNA è metilato meno rispetto a quello di soggetti non bevitori. Questa ipometilazione del DNA nel pronucleo porta a malformazioni congenite, a ridotto tasso di gravidanze. Il consumo di alcol prima della fecondazione da parte del padre può portare a delle conseguenze sullo sviluppo che non si risolvono solo in una mancata fecondazione e nella morte dell’embrione ma anche in malformazioni specifiche. L’etanolo è stata la prima molecola per la quale si sono osservati effetti teratogeni a carico dell’esposizione paterna.
L’embrione durante lo sviluppo tara il proprio metabolismo in funzione alla disponibilità dei nutrienti. Se un embrione si sta sviluppando in un momento di carestia e la madre mangia meno si sviluppa lo stesso perchè dal punto di vista fisiologico tra l’embrione e madre vince sempre l’embrione. Ma l’embrione percepisce che alla nascita si troverà in un ambiente poco favorevole e quindi inizia a impostare il suo metabolismo sulla base della carenza nutrizionale. Invece se l’ambiente è ricco di nutrienti l’embrione identificherà il suo ambiente di vita come ricco e quindi dovrà tarare il suo metabolismo in modo proporzionale. L’embrione percepisce e imposta il suo metabolismo sulla base della carenza nutrizionale oppure in modo proporzionale adattandosi all’ambiente ricco di nutrienti.
Nella società attuale esiste una sovrabbondanza di alimenti per cui il feto tara il metabolismo in modo anormale, non fisiologico ed esagerato. Dall’altra parte percepisce carestia nel momento in cui si tratta di madri anoressiche e con disturbi alimentari gravi. Si nasce quindi con un metabolismo tarato male rispetto all’ambiente in cui ci si trova. Di conseguenza spesso si riscontrano gravi patologie nella vita adulta.
Impariamo a mangiare in modo corretto non solo per noi ma anche per la salute dei nostri futuri figli!
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